Treviso Forensic: il programma

Treviso Forensic 2022: la terza edizione del Seminario tecnico sulle scienze forensi si svolgerà in presenza al Campus Universitario di Treviso e online, durerà tre giorni e includerà più sessioni parallele in modalità tavola rotonda.
Il Forum sull’ingegneria forense in programma mercoledì 14 settembre dalle ore 15:00 alle 18:00 si svolgerà nel Salone di Palazzo dei Trecento.

Lunedì 12 settembre 2022

Sessione A

Sessione B

10.00 - 10.50
Opening session
Conoscere, Prevedere, Gestire e Regolamentare: la legge, le leggi
Stefano Vanin
10.00 - 10.50
Opening session
Conoscere, Prevedere, Gestire e Regolamentare: la legge, le leggi
Stefano Vanin
11.10 – 13.00
A1. Contenziosi nella circular economy
Sessione organizzata dal CEWMS
Presidente: Maria Cristina Lavagnolo
11.10 – 13.00
B1. Interpretazione dei fenomeni naturali (sisma, frane, etc.) e dei suoi effetti sulle strutture
Sessione organizzata dal CNI
Presidente: Massimo Mariani
14.00 – 15.50
A2. Giustizia climatica
Presidente: Alberto Pivato
14.00 – 15.50
B2. Prevenzione e accertamento della colpa fra D. Lgs. 231/2001 e responsabilità gestorie
Presidente: Andrea Pederiva
16.10 – 18.00
A3. Gestione delle acque e relativi contenziosi
Presidenti: Andrea Marion, Pierfrancesco Zen
16.10 – 18.00
B3. Nuove metodologie di analisi per i consulenti tecnici
Presidente: Lanfranco Tesser

Martedì 13 settembre 2022

Sessione A

Sessione B

9.00 - 11.50
A4.L’aggiornamento delle linee guida del CSM in materia di buone prassi nel settore delle esecuzioni immobiliari e i controlli preliminari
Sessione organizzata da FOIV
Presidente: Sergio Fantinato
9.00 - 11.50
B4. Misure e valutazione del rumore intrusivo, l’applicazione della nuova norma tecnica UNI/TS 11844:2022
Presidente: Sergio Luzzi
11.10 – 13.00
A5. Espropriazione per pubblica utilità
Presidente: Sergio Clarelli
11.10 – 13.00
B5. Digital Forensics: la captazione tramite trojan
Presidente: Paolo Reale
14.00 – 16.00
A6. Approccio metodologico all’ingegneria forense nel settore antincendio (I)
Presidente: Loris Munaro
16.10 – 18.00
B6. Formazione e speciale competenze dei consulenti tecnici
Presidente: Felice Monaco
16.10 – 18.10
A7. Approccio metodologico all’ingegneria forense nel settore antincendio (II)
Presidenti: Giuseppe Costa, Damiano Baldessin
16.10 – 18.00
B7. Rapporto tra regola giuridica e regola tecnica
Presidente: Bruno Barel

Mercoledì 14 settembre 2022

Sessione A

Sessione B

9.00 - 11.50
A8. Contenziosi nei bonus edilizi
Presidente: Federica Bardini
9.00 - 11.50
B8. Sicurezza in ambiente di lavoro
Presidente: Giuseppe Maschio
11.10 – 13.00
A9. Profili di rischio nell’ambito delle asseverazioni per bonus edilizi
Presidente: Federica Beccuti
11.10 – 13.00
B9. Sicurezza stradale: ricostruzione dei sinistri
Presidente: Fabrizio Mario Vinardi
15.00 – 18.00
Forum dell’ingegneria forense
Lo stato delle scienze forensi
15.00 – 18.00
Forum dell’ingegneria forense
Lo stato delle scienze forensi

Treviso Forensic: le sessioni

Opening Session

Conoscere, Prevedere, Gestire e Regolamentare: la legge, le leggi

Prof. Stefano Vanin – DISTAV, Università di Genova

 

Nell’arena forense trovano il loro punto di incontro due concetti di legge e di applicazione della stessa che seppur molto lontani diventano sinergici e volti allo stesso obiettivo finale.

Nelle discipline scientifiche la ricerca di leggi e di riproducibilità degli eventi permette di comprendere la realtà e di prevederne il decorrere consapevoli, comunque, che piccole variazioni a livello dei decimali possono far cambiare il corso degli eventi. Le leggi scientifiche permettono comunque una ricostruzione probabilistica degli eventi del passato e la verifica di ipotesi di investigazione. Questa ricostruzione, in un’aula di tribunale permette dal canto suo di applicare la Legge, fondata dagli uomini per gestire i rapporti tra gli individui e i gruppi di individui. Il percorso è spesso sinergico, tuttavia si pone il problema da parte del sistema Giustizia di capire e definire quali possono essere definite “leggi scientifiche” e quali invece appartengano al mondo della “junk science”. La questione è affrontata in maniera diversa nei vari paesi del mondo in funzione sia della cultura ma anche della storia delle scienze forensi nelle realtà nazionali con conseguenze dirette per i consulenti e periti che operano nel settore.

A1. Contenziosi nella circular economy

Sessione organizzata da CEWMS

Presidente di Sessione: Maria Cristina Lavagnolo

Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation, l’economia circolare «è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera». I problemi che l’economia circolare vuole affrontare sono la limitatezza delle materie prime e l’indiscriminata e incontrollabile crescita della produzione dei rifiuti.

Lo sviluppo del diritto in questo specifico settore ha conosciuto negli ultimi anni una forte crescita in Italia e in generale in tutta l’Europa, con una particolare attenzione al ciclo dei rifiuti, elemento tra i più critici nell’applicazione dell’economia circolare 

In questo contesto le forme di tutela dell’ambiente – si pensi alla disciplina dei delitti contro l’ambiente, introdotti nel Codice penale dalla legge 68 del 2015 – che ne derivano assumono l’incomodo ruolo di trovare un equilibrio tra lo sviluppo delle attività economiche e la tutela stessa dell’ambiente, che da quest’anno è stata introdotta come principio fondamentale nella costituzione Italiana. 

Il triste primato italiano delle attività legate alla cosiddetta ecomafia, sottolineano l’importanza e la necessità di questa sfida tecnico-normativa.  Secondo il nuovo rapporto Ecomafia 2021, realizzato da Legambiente con il sostegno di COBAT E NOVAMONT, in Italia nel 2020 i reati contestati nel ciclo dei rifiuti sono stati 8.313, quasi 23 al giorno.

Vi è anche da sottolineare che molteplici contenziosi nascono senza dolo da parte del presunto colpevole, questo perché trattasi di un settore altamente complesso e articolato ove operare.

Le fattispecie di contenziosi legate al ciclo dei rifiuti sono molteplici, tra cui si segnalano: errata classificazione dei rifiuti; errata procedura end-of waste; traffico illecito di rifiuti; contaminazione dell’ambiente da parte di impianti di trattamento e smaltimento rifiuto; illecito riuso, riciclo e smaltimento di specifici flussi di materiali come le batterie di veicoli elettrici, i rifiuti da demolizione e costruzione, etc.

La sessione è organizzata dal Centro di Studi per l’Economia Circolare – CEWMS (Circular Economy of Waste, Materials and Sustainability), che coinvolge 65 docenti afferenti a 17 dipartimenti dell’Università degli Studi di Padova.

Intervengono:

  • Gregorio Cappuccino, Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica, Università della Calabria 
  • Gianni Formenton, Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV)
  • Rosario Ferrara, Dipartimento di Giurisprudenza, Università degli Studi di Torino 

A2. Giustizia Climatica

Presidente di Sessione: Alberto Pivato

Johan Rockström, uno dei più importanti scienziati del clima del mondo e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research, ha denunciato: “Un aumento di 1,5°C non è un numero arbitrario, non è un numero politico. È un limite a scala planetaria e ogni frazione di grado in più è pericolosa per l’eco- sistema”.

Che il fenomeno dell’innalzamento della temperatura sia causato dalle attività umane è un fatto condiviso dalla comunità scientifica: la rivista “Environmental Research Letters” di ottobre 2021 pubblica un articolo della Cornell University che ha analizzato un database di circa 90.000 articoli “peer-reviewed” pubblicati dopo il 2012, verificando che il 99,8% converge sulle cause antropiche.

Tuttavia alla COP26 di Glasgow di novembre 2021, ultima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, i governi mondiali hanno preso impegni di riduzione delle emissioni, fino alla neutralità ipotizzata da IPCC per il 2050, al di sotto delle aspettative.

La debolezza di queste risposte da parte della politica ha spinto alcune formazioni sociali organizzate (soprattutto ambientaliste) ad agire in giudizio, per far dichiarare la responsabilità dello Stato, o dell’impresa, che non ha – stando all’ipotesi – intrapreso una credibile azione di contrasto alle emissioni di gas a effetto serra.

Secondo osservatori internazionali come il “Climate Change Litigation Data Base” del “Sabin Centre for Climate Change Law” (http://climatecasechart.com/) sono centinaia a livello internazionale i contenziosi climatici. In Italia è da ricordare, quanto meno per l’altisonante nome, la causa contro lo stato italiano denominata “Giudizio universale”, pendente dinanzi al Tribunale civile di Roma.

Il crescente protagonismo delle Corti (nazionali e internazionali) nel settore del cambiamento climatico solleva naturalmente una questione di rilievo costituzionale rispetto al principio della separazione dei poteri. Dovrebbe infatti in linea di principio essere il potere legislativo a definire le politiche ambientali, dunque anche climatiche, di ogni paese. Ciò peraltro deve avvenire nel quadro e nel rispetto dei Trattati internazionali e dei principi generali del diritto internazionale e costituzionale, la cui violazione può essere oggetto di intervento da parte delle Corti. Come è stato sottolineato in un recente volume sul “diritto del clima” (Butti e Nespor, 2022) “la letteratura costituzionale più recente ritiene in prevalenza che, nella maggior parte delle situazioni, i casi ‘climatici’ proposti alle Corti non comportino invadenze nella sfera riservata alla politica, in quanto gli standard invocati di fronte alle Corti e da queste decisi discendono direttamente dalle evidenze scientifiche nel loro collegamento con i principi fondamentali del diritto costituzionale e internazionale”.

Nel contenzioso climatico vi sono tuttavia particolarità giuridiche e tecniche rispetto ad altre fattispecie ambientali:

  • l’idea che le modificazioni del clima costituiscano un «fatto distruttivo» di portata eccezionale tali da giustificare l’“emancipazione” della questione climatica dalla questione ambientale; 
  • la legittimazione ad agire di organizzazioni non governative e di persone fisiche (anche giovani o giovanissimi);
  • l’“obbligazione climatica”, una tesi secondo cui la convergenza di opinioni scientifiche sul problema del clima, unita all’emergenza, costituisca la base per cui la scienza, quasi come fosse un legislatore parallelo, possa deliberare su aspetti come la programmazione delle cadenze temporali e dei valori-obiettivo funzionali al raggiungimento della neutralità climatica;
  • le modalità di certificazione delle azioni/mitigazioni intraprese;
  • gli orizzonti spaziali e temporali nei quali riferire le azioni/mitigazioni intraprese.

Infine vi è da evidenziare che il concetto di giustizia climatica (Climate justice) assume ancora una formula politica che racchiude al suo interno questioni sociali (climate equity), tecniche (climate neutrality) e giuridiche (Climate change litigation)

Riferimenti:

  • Butti L. e Nespor S., Il diritto del clima, Mimesis, 2022.
  • FOIV (Federazione Ordini Ingegneri Veneto), 2021. Gli Ingegneri Veneti per il Cambiamento Climatico.
  • Magri, M., 2021. Il 2021 e’ stato l’anno della “giustizia climatica”?. Rivista Giuridica AmbienteDiritto.it – ISSN 1974 – 9562 – Anno XXI – Fascicolo n. 4/2021

Intervengono:

  • Andrea Ferrazzi, Senatore della Repubblica italiana
  • Marino Mazzon , ordine ingegneri di Venezia
  • Massimo De Marchi  / Salvatore Pappalardo , Dipartimento ICEA, Università di Padova 
  • Federico Peres , Butti and Partners

A3. Gestione delle acque e relativi contenziosi

Presidenti di Sessione: Andrea Marion e Pierfrancesco Zen

Quando parliamo di ambiente e di clima è inevitabile affrontare il tema dell’acqua che costituisce oltre il 70% del nostro pianeta e del nostro corpo.

Si vuole dare una visione di insieme sull’argomento e, in particolare, su quello delle acque pubbliche portando all’attenzione  il complesso intreccio che esiste tra la regimazione dei fiumi, dei canali e dei torrenti fino alle più piccole rogge indispensabili per l’irrigazione, il consumo dell’acqua e l’utilizzo necessitatamente sempre più razionale della stessa (si pensi ai sistemi di distribuzione alternativi come gli impianti pluvirrigui o alla raccolta delle acque pluviali), gli ecosistemi che lungo i corsi d’acqua o gli invasi si possono determinare, lo sfruttamento idroelettrico come fonte di energia alternativa e i relativi impianti (dighe, centraline ecc.): un mondo che come tutte le realtà che impattano sull’esistenza dell’uomo ha la necessità di essere disciplinato e normato.

Questa consapevolezza era compenetrata tanto nella civiltà romana quanto in quella della Serenissima Repubblica e nel territorio veneto la tradizione ha il suo peso, nonché vestigia visibili (proprio quest’anno si sono celerati in Veneto i cento anni della bonifica italiana).

Infatti, il corpus normativo attuale trova origine da questa sensibilità antica. Non tutti conoscono, però, che l’importanza dell’acqua è stata ben recepita anche dal legislatore nazionale che a tutela delle risorse idriche ha posto un sistema di giurisdizioni che coinvolgono ora il Giudice Ordinario, ora i Tribunali Amministrativi ma, più specificatamente e direttamente, i Tribunali delle Acque Pubbliche (TRAP) e il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP).

L’ambizione è quella di tratteggiare questo variegato e complesso sistema dai risvolti tecnici ma anche giuridici.

Il compito è affidato al Prof. Ing. Andrea Marion, ingegnere e professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale presso l’Università di Padova, all’Avv. Pierfrancesco Zen, avvocato amministrativista esperto in materia di acque pubbliche e autore del volume “Il regime delle acque pubbliche”, all’Ing. Carlo Bendoricchio, Direttore del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive.

Intervengono:

  • Bendoricchio Carlo, Direttore del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive.
  • Bardino Nicola, magistrato

A4. L'aggiornamento delle linee guida del CSM in materia di buone prassi nel settore delle esecuzioni immobiliari e i controlli preliminari

Sessione organizzata da FOIV

Presidente di Sessione: Sergio Fantinato

La sessione si prefigge lo scopo di illustrare quanto previsto dalle Linee guida del CSM in materia di buone prassi nel settore delle esecuzioni immobiliari, ed in particolare con riferimento al loro recente aggiornamento del dicembre 2021.

Saranno illustrate, ciascuno per quanto di propria competenza, dai vari interlocutori del processo esecutivo (giudice, custode, esperto, delegato alla vendita), l’applicazione di tali buone prassi, e le sinergie che si instaurano tra gli stessi, al fine di rendere più efficiente, proficuo e rapido l’iter della “vendita forzata”, a beneficio dei soggetti su cui ricadono gli effetti della stessa.

Nello specifico, dopo una prima introduzione di carattere generale in ordine al contenuto delle Linee Guida del CSM ed al loro aggiornamento, si affronteranno i seguenti argomenti:

  • la nomina contestuale del perito e del custode giudiziario;
  • il controllo preliminare del fascicolo e della documentazione ex art. 567 c.p.c.; il contenuto dell’art. 173 bis disp. att. c.p.c.;
  • la check list preliminare;
  • la partecipazione degli ausiliari all’udienza ex art. 569 c.p.c..

Intervengono:

  • Boschetti Francesca, Notaio in Vicenza, professionista delegato alle vendite giudiziarie presso il Tribunale di Vicenza
  • Prendini Luca, Giudice Onorario del Tribunale di Vicenza – Sezione Esecuzioni Immobiliari
  • Tagliaro Fortuna Elisa, avvocato del Foro di Vicenza, Legale del custode giudiziario Istituto Vendite Giudiziarie, professionista delegato alle vendite giudiziarie presso il Tribunale di Vicenz

A5. Espropriazione per pubblica utilità

Presidente di Sessione: Sergio Clarelli

La sessione affronterà un tema cardine dell’Estimo Legale perché delineerà gli aspetti giuridici, procedurali e prettamente tecnico-estimativi connessi all’istituto espropriativo, che, come noto, è disciplinato dal Decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 e s.m.i., il quale rappresenta il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità.

Nel corso della Tavola Rotonda, in un breve excursus giuridico, saranno illustrati anche dispositivi legislativi precedenti al Testo Unico (TU) attuale nonché sentenze determinanti della Corte Costituzionale del 2007 e del 2011, le quali hanno individuato in modo definitivo nuovi approcci estimativi.

Nel corso dell’evento, saranno brevemente commentate le varie fasi del procedimento espropriativo, quali l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità, la determinazione dell’indennità, l’eventuale istituzione della Terna Tecnica prevista dall’articolo 21 del TU, l’immissione in possesso dell’immobile e così via, nonché brevemente illustrati casi di espropriazione, attinenti a situazioni differenti.

I partecipanti alla Tavola Rotonda tratteranno gli aspetti procedurali e i criteri estimativi attinenti al procedimento espropriativo per pubblica utilità.

 

Intervengono:

  • Roberto Maria Brioli, Esperto estimatore 
  • Antonio Iovine, Esperto estimatore 
  • Francesca Mazzonetto, Esperta in Diritto amministrativo 
  • Roberto Pancotti, Esperto estimatore.

A6. Approccio metodologico all’ingegneria forense nel settore antincendio (I) : studio delle dinamiche di esplosione ed incendio tramite simulazioni modellistiche

Presidente di Sessione: Loris Munaro

Gli incendi e le esplosioni all’interno delle strutture sono purtroppo eventi comuni. Lo scopo dell’investigazione di tali eventi, effettuata attraverso un processo formale, consiste nel determinarne l’origine e la causa e individuarne eventuali accidentalità o intenzionalità. In conseguenza della complessa natura dei fenomeni, che spesso deformano o snaturano le evidenze, questo tipo d’indagine è tra le più difficile da praticare.

Il metodo scientifico impone all’investigatore di valutare tutti gli scenari possibili e determinare quale sia quello coerente con le informazioni disponibili (evidenze, testimonianze, ecc.). Questo processo, nel caso di un’esplosione, richiede la stima, per ciascuna sorgente, delle dimensioni, del tempo di sviluppo e della distribuzione spaziale della nube infiammabile risultante nonché di conciliare l’estensione di questa nube con l’ubicazione delle potenziali sorgenti d’ignizione e dei danni conseguenti all’esplosione. Spesso, per verificare le ipotesi sull’origine e sulla causa, sono  utilizzati strumenti semplificati, come le correlazioni matematiche. Un metodo più accurato per valutare diversi scenari di esplosione è quello di utilizzare modelli tridimensionali di simulazione di tipo Computational Fluid Dynamics (CFD). Questi modelli possono fornire informazioni quantitative sulla propagazione del fronte di fiamma e delle sovrappressioni da confrontare con le evidenze forensi (ad es. finestre rotte o altri danni connessi) per valutare ulteriormente se la sequenza ipotizzata degli eventi è coerente con le informazioni disponibili. Diversi scenari “what-if” possono essere simulati e confrontati con le evidenze e l’uno con l’altro, con un’alta risoluzione spaziale e temporale, in una frazione del tempo e dei costi associati a prove sperimentali. Per quanto questo strumento di analisi non possa ancora essere pienamente utilizzato in fase di dibattimento processuale, esso può venire utilmente impiegato per validare le ipotesi su cui si basa l’attività investigativa svolta e dimostra, pertanto, una valida tecnica che consente la ricostruzione degli scenari incidentali.

Intervengono:

  • Michele Mazzaro, Pierpaolo Gentile e Armando De Rosa, Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica – Corpo Nazionale VVF – Roma
  • Pasquati Alessandro, Corbo Rosso Corporation
  • Pilo Francesco, Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, Comando provinciale di Venezia, Nucleo investigativo Antincendi Territoriale Veneto, Nucleo Nucleare
    Biologico Chimico e Radiologico.

A7. Approccio metodologico all’ingegneria forense nel settore antincendio (II): L’attività di indagine quale elemento fondamentale e di impulso alla prevenzione incendi

Presidenti di Sessione: Giuseppe Costa, Damiano Baldessin

Le indagini e gli accertamenti di polizia giudiziaria, venendo espletati necessariamente “dopo” il verificarsi di eventi incidentali, spesso di grande entità, hanno lo scopo di fornire alla Autorità Giudiziaria gli elementi dai quali trarre utili indicazioni rispetto all’elemento soggettivo di un possibile reato.

A prescindere dagli incendi dolosi, infatti, risulta determinante comprendere se possa essere tradotto in termini di “colpa”, generica o specifica, e in tal caso a carico di quali persone fisiche o giuridiche, il riscontro di elementi oggettivi quali difetti di progettazione o di installazione di manufatti ed impianti, carenza di manutenzione degli stessi, omissione di adeguate misure passive di vigilanza, e via dicendo.

Ecco quindi che gli accertamenti tipicamente “ex post”, rispetto ad un sinistro, possono e devono tradursi in valide indicazioni che andranno necessariamente recepite nelle fasi “ex ante” della progettazione e della realizzazione, sia da parte dei progettisti e dei tecnici di prevenzione incendi, sia da parte dello stesso Corpo Nazionale, chiamato ad esaminare, valutare e concertare le misure di prevenzione, attive e passive, nelle attività che sono oggetto della nostra giurisdizione.

Saranno discussi anche casi pratici quali gli impianti fotovoltaici, il comportamento degli impianti di protezione attiva, etc.

Intervengono:

  • Lambrocco Lorenzo, Comando provinciale VVF Treviso
  • Emanuelli Filippo, BELFOR Italia S.r.l.
  • Barro Roberto,  Libero Professionista (UD)

A8. Contenziosi nei bonus edilizi

Presidente di Sessione: Federica Bardini

Intervengono:

  • Angelo Artuso, DBA project
  • Carron Paola, Carron Spa
  • Zanini Mariano Angelo, Dipartimento ICEA, Università di Padova

A9. Profili di rischio nell'ambito delle asseverazioni per bonus edilizi

Presidente di Sessione: Federica Beccuti

II dl rilancio e le misure in esso contenute hanno voluto rappresentare un volano per la ripresa economica e finanziaria del Paese alle prese con l’incertezza della pandemia e la gestione sanitaria della stessa con
importanti riflessi anche sul trasferimento del rischio del professionista tecnico asseveratore al mercato assicurativo.
L’attività di attestazione e verificazione a fine lavori non è attività nuova per il professionista tecnico chiamato ad adempiere tale obbligazione anche per altre misure fiscali (per esempio SISMABONUS) con incarichi professionali ad hoc. Infatti, l’attività di asseverazione ed attestazione è considerata, nelle normative di formulazione “all risks”, inclusa nella polizza generale di rc professionale per la quale vige obbligo assicurativo su ogni libero professionista in Italia ai sensi del D.L. 137/2012.
Senz’altro però l’attenzione posta questa volta dal legislatore sull’attività e sulle potenziali ripercussioni economiche sullo Stato è stata superiore per via dell’elevato importo previsto in detrazione, per l’uso di Fondi Europei ed ha portato alla statuizione di un obbligo assicurativo aggiuntivo e specifico per questa particolare attività in grado di generare una concentrazione di rischio superiore rispetto all’ordinario per quest’attività.
Gli scopi che si prefigge questa sessione formativa sono:
• analizzare le attività professionali tecniche e l’asseverazione nel superbonus 110 ed in particolare cosa cambia rispetto all’attività in passato (parte tecnica);
• indicare le responsabilità del Professionista Asseveratore in tema di Superbonus (parte legale);
• fornire, attraverso l’analisi dei riferimenti normativi, le informazioni necessarie per assicurarsi una copertura adeguata per il rischio e per orientarsi tra le soluzioni offerte dal mercato assicurativo (parte
assicurativa)

Intervengono: 

  • Margiotta Giuseppe Maria, Presidente Centro Studi CNI
  • Vanin Katiuscia Vanin, AON
  • Vaudano Remo Giulio, CNI

B1. Interpretazione dei fenomeni naturali (sisma, frane, etc.) e dei suoi effetti sulle strutture

Sessione organizzata dal CNI

Presidente di Sessione: Massimo Mariani

Intervengono:

Ceccato Francesca, Dipartimento ICEA, Università di Padova

Faleschini Flora, Dipartimento ICEA, Università di Padova

B2. Prevenzione e accertamento della colpa organizzativa fra D.Lgs. 231/2001 e responsabilità gestorie

Presidente di Sessione: Andrea Pederiva

Come noto, nei procedimenti 231 la questione centrale della determinazione della colpa organizzativa si snoda di norma mediante una valutazione della idoneità ed efficace attuazione del modello organizzativo, unitamente alla concreta attività dell’Organismo di Vigilanza.

A fini penali preventivi, nel senso del D. Lgs. 231/2001, risulta pertanto fondamentale che i protocolli di controllo, che costituiscono l’anima operativa del Modello 231, siano disegnati in modo corretto ed effettivamente attuabile e ne assicurino l’effettiva attuazione e il costante aggiornamento.

Il difensore o il perito tecnico, così come il consulente o l’esperto aziendale in fase di realizzazione, sono chiamati pertanto ad argomentare in merito alle modalità con cui il modello organizzativo è progettato, ai criteri con cui i protocolli di controllo sono individuati e strutturati, alla completezza e alla razionalità delle analisi di rischio, all’effettiva ed efficace attuazione di quanto previsto dal modello stesso.

Analogamente, sarà necessario argomentare in merito alla concretezza ed efficacia dell’azione dell’Organismo di Vigilanza, le cui attività devono essere documentate, ripetibili e coerenti con le esigenze di possibile utilizzo in giudizio in caso di indagini interne particolarmente critiche, evitando possibili conseguenze causate da verifiche frettolose o impreparate.

Quali criteri di valutazione applicare? Sviluppando in tal senso taluni autorevoli riferimenti, è possibile riconoscere nei principi di corretta amministrazione e nei requisiti di adeguatezza degli assetti organizzativi, amministrativi e contabili di matrice civilistica, utili metri di giudizio del corretto esercizio delle responsabilità gestorie anche con riferimento all’idoneità del modello organizzativo ai fini 231, secondo il principio della concreta e ragionevole esigibilità dei comportamenti.

Intervengono:

  • Bonomo Alberto, Amministratore Delegato X Consulting srl
    20 anni di modelli 231
  • Magri Michele, Investigation Security Intelligence
    Ex D.lgs 231/01 e reati informatici: applicabilità e verifica del modello attraverso l’uso della tecnologia
  • Stocco Maria Grazia, Avvocato Studio legale Stocco
    L’adeguatezza degli assetti organizzativi nella cassetta degli attrezzi del consulente tecnico
  • Strada Gabriele, Legal Consultant Corporate & Business Law dept., Franzosi Del Negro Setti – Milano
    Frodi aziendali e corporate internal investigations

B3. Nuove metodologie di analisi per i consulenti tecnici

Presidente di Sessione: Lanfranco Tesser

Ingegneria legale, ingegneria giuridica, ingegneria forense.

Tante sono le applicazioni che l’ingegneria ha nell’universo della giurisprudenza, sicuramente molto ampio, ma certamente limitato sotto l’aspetto tecnico-scientifico.

Di conseguenza la giurisprudenza chiede di norma al consulente tecnico d’ufficio un approfondito supporto in termini di individuazione delle cause di vizi e danni accertati, di imputazioni, di violazioni, con la speranza di vedere chiarito e spiegato ogni più piccolo dubbio attraverso l’attività peritale.

Ma se da un lato è sicuro che l’ingegneria è la disciplina che può fornire conoscenze e risultati propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali, dall’altro non si deve dimenticare che l’ingegneria offre sempre risposte nei limiti dei vincoli e delle tolleranze che condizionano i problemi oggetto di quesito.

In altre parole, è pur vero che il consulente, attraverso il proprio elaborato, può fornire al Giudice un contributo rilevante, ma il Giudicante non deve scordare che i risultati del CTU non sono sempre basati su prove oggettive, certe ed inconfutabili, ma spesso espressi in termini di probabilità, più o meno elevata, di verosimiglianza.

Ecco perché la consulenza va sempre accompagnata da chiare indicazioni sulle procedure adottate, sulle analisi effettuate e sulle incertezze che possono avere le conclusioni per far sì che Chi deve decidere colga pienamente gli eventuali margini di indeterminatezza delle conclusioni fornite dall’Ausiliario.

  • Belloro FedericaFerro Giovanni, Ingegneri ISAF Savona
  • Bertani Roberta, Dipartimento DII, Università di Padova

 

  • Fiorani Emanuele, Ingegnere libero professionista, Professore Università di Firenze
  • Zalin Marina, Avvocato B&P Avvocati, Verona – Ferro Giovanni, Ingegneri ISAF Savona 

B4. Misura e valutazione del rumore intrusivo: l'applicazione della nuova norma tecnica UNI/TSI 11844:2022

Presidente di Sessione: Sergio Luzzi

Se a livello legislativo i capisaldi per la valutazione delle immissioni da rumore sono la Legge quadro sull’inquinamento acustico e i suoi decreti attuativi, nel panorama normativo si è patita per anni l’assenza di riferimenti per la valutazione dell’intrusività del rumore,  pur essendovi norme quali la UNI ISO 1996:2016 che contiene le definizioni delle grandezze fondamentali per la descrizione del rumore ambientale e la UNI 10855:1999 che descrive i criteri per la misura e valutazione del contributo acustico di singole sorgenti.

Si sono così affermate, in mancanza d’altro, metodiche di valutazione non sempre adatte ai diversi e spesso complessi contesti di misura e di valutazione.

In questa sessione si parlerà della Specifica Tecnica UNI/TS 11844:2022, entrata in vigore il 4 marzo 2022, che contiene definizioni e metodologie di misura utili per determinare l’intrusività delle immissioni acustiche.

Questo nuovo importante disposto normativo dell’UNI permette di individuare i livelli di rumore generati da una o più sorgenti, in funzione delle loro caratteristiche e dello scenario acustico in cui si trovano, basando la stima dell’intrusività sul parametro chiamato “Detectability Level” D’L.

La sessione che vede fra i relatori il coordinatore del GL 38 della Commissione Acustica UNI che ha elaborato la norma e, in numero uguale, tecnici (ingegneri, architetti, ricercatori) e avvocati esperti di contenzioso ambientale, ha come destinatari principali i tecnici con speciale competenza in acustica iscritti negli albi dei consulenti e dei periti dei Tribunali, i legali che si occupano di tutela dalle immissioni di rumore e,

più in generale, gli esperti chiamati a valutare e risolvere questioni di rumore intrusivo.

Lo scopo della sessione è discutere sugli aspetti teorici e applicativi del questo nuovo riferimento normativo che si unisce a quelli esistenti e che amplia il quadro delle metodiche di indagine a disposizione del tecnico esperto in acustica per la valutazione delle immissioni di rumore intrusivo che possono essere causa di disturbo percepito o di danno, fisiologico o psicologico, per la salute degli individui esposti.

Saper definire l’entità delle immissioni di rumore a partire dalla loro intrusività può costituire un valido ausilio per i consulenti tecnici d’ufficio e di parte, oltre che per i legali e chiamati a difendere e tutelare il diritto alla salute e alla quiete.

Conoscere il livello di intrusività delle immissioni può infine, e soprattutto, essere utile ai Giudici chiamati a valutarne la tollerabilità ai sensi dell’art. 844 del Codice Civile, e li può aiutare a formulare correttamente i quesiti, lasciando ai tecnici competenti in acustica il compito di scegliere il giusto metodo di accertamento.

La sessione è una delle prime occasioni di confronto tra chi ha lavorato alla stesura della norma e chi ha iniziato a utilizzarla sui vari fronti dell’acustica ambientale applicata all’ambito forense.

Intervengono:

  • Busa Lucia, architetto
  • Durelli Santo, avvocato
  • Brambilla Giovanni, Ricercatore CNR-STEMS di Ferrara
  • Cerniglia Andrea, Coordinatore GL38 UNI – Rumore Intrusivo
  • Cucich Michela, avvocato
  • Naldi Giulia, avvocato

 

B5. Digital forensics: la captazione tramite trojan

Presidente di Sessione: Paolo Reale

L’intercettazione telefonica è uno degli strumenti investigativi più importanti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria: in Italia si ricorre a questo strumento molto più frequentemente che altrove: di fatto il numero di intercettazioni in Italia supera quelle di Francia, Germania e Regno Unito messe insieme.

E l’arrivo del captatore informatico, il famoso “trojan”, non fa che consolidare questa tradizione investigativa, visto che è oggi utilizzato per molte indagini, come è possibile riscontrare dalla cronaca.

Tuttavia, questa ‘spia digitale’ è molto diversa da qualunque altro strumento: è invasiva, in quanto potenzialmente in grado di accedere a tutto il contenuto del telefono, anche modificandolo, e non è noto il suo funzionamento, neppure alla stessa autorità giudiziaria, in quanto coperto dal segreto industriale.

In questa tavola rotonda andremo ad analizzare gli aspetti sia tecnici che giuridici, con una digressione anche sulla possibliltà di alterazione delle prove digitali nel contesto delle comunicazioni via chat.

Intervengono:

  • Bassoli Elena, Avvocato informatico – Docente Unige in Cybersecurity and Data Protection
  • Massa Fabio, Presidente Associazione Nazionale Giuristi e Informatici Forensi – ANGIF
  • Lazzarotto Andrea, Consulente informatico forense

B6. Formazione e speciale competenza dei consulenti tecnici

Presidente di Sessione: Felice Monaco

Intervengono: 

  • Contini Giovanni, Technea srl
  • Maiorana Carmelo, Dipartimento ICEA, Università di Padova

B7. Rapporto tra regola giuridica e regola tecnica

Presidente di Sessione: Bruno Barel

Intervengono: 

  • Lega Massimiliano, Dipartimento di Ingegneria, Università di Napoli
  • Moro Paolo, Direttore del Corso di laurea di Giurisprudenza a Treviso e specialista di metodologia giuridica
  • Munaro Lucio, Giudice del Tribunale di Treviso
  • Vanin Stefano, Dipartimento DISTAV, Università di Genova

B8. Sicurezza in ambiente di lavoro

Presidente di Sessione: Giuseppe Maschio

Il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro è di primaria importanza nel nostro Paese, tanto da essere stato ricordato dal Presidente Sergio Mattarella durante il suo discorso di insediamento.
Tuttavia, gli infortuni sul lavoro e soprattutto quelli mortali, rappresentano una tragedia spesso dimenticata.
Ogni anno in Italia assistiamo ad una catastrofe che molto spesso passa inosservata, mi riferisco agli oltre mille infortuni mortali sul lavoro che ogni anno funestano il nostro Paese, un bilancio superiore in termini di vite umane rispetto al terremoto del Friuli e ai recenti terremoti nel centro Italia.
Dati statistici degli anni scorsi evidenziano il fatto che nonostante le ore lavorate negli ultimi anni si siano ridotte a causa della pandemia, il numero di infortuni sul lavoro è rimasto stabile o addirittura è cresciuto in alcuni comparti produttivi.
Alla luce della nuova ripresa economica del nostro Paese ciò deve essere tenuto nella massima considerazione.
La prevenzione dei rischi non può essere disgiunta dall’affermarsi del concetto della Cultura della sicurezza, ovvero rendere la valutazione dei rischi e la loro prevenzione un elemento fondamentale oltre che nella
progettazione anche per ogni scelta politica, amministrativa e di sviluppo economico.
Dal punto di vista giuridico normativo ciò porterebbe ad un più solida politica di prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro.

Intervengono:

  • Berardi Alberto, Dipartimento di Diritto Privato e di Critica del Diritto (DPCD), Università di Padova
  • Dattilo Fabio, Capo emerito del CN dei Vigili del Fuoco
  • Vianello Chiara, Dipartimento di Ingegneria Industriale (DII), Università di Padova
  • Vinardi Fabrizio Mario, Dip. SSPP Università di Torino – Fondatore Ingegneria Forense Academy

B9. Sicurezza stradale: ricostruzione stradale

Presidente di Sessione: Fabrizio Mario Vinardi

Esame di un caso reale: un autocarro perde il controllo mentre sta viaggiando su un tratto autostradale rettilineo, con fondo asciutto; dopo un urto contro la barriera guardrail, attraversa in diagonale la carreggiata e si ribalta (roll over) sulla cuspide di una barriera stradale.

L’esito è di un deceduto e due feriti con lesioni gravissime.

Le verifiche in ambito penale, con una prima CT al PM ex art. 360 cpp, ritengono di poter identificare il guidatore (circostanza però resa difficile dal ribaltamento e dal fatto che i primi soccorsi si sono preoccupati di trarre in salvo i sopravvissuti, non della loro verosimile posizione nell’abitacolo), che viene così indagato per omicidio stradale colposo.

Nell’ambito del processo, una CTP in favore dell’imputato pone dei dubbi sulla ricostruzione della Procura della Repubblica, in particolare sulla velocità e su un danno ad uno pneumatico: il Giudice ritiene quindi di disporre perizia a dibattimento.

Il caso verrà analizzato sia dal punto di vista ricostruttivo, anche con simulazioni a calcolatore 3D, sia dal punto di vista della funzione del guardrail, dell’analisi del danno allo pneumatico e saranno approfondite le strategie processuali (compresa la modalità di cross examination) e le modalità di comunicazione efficace al dibattimento processuale.

Ricostruzione 3D tramite software Pc Crash a cura dell’ing. Francesco De Cesta.

Intervengono:

  • Ceriali Fabrizio, consulente Lloyd’s Londra in ambito Motorsport – pilota rally
  • Gambarino Riccardo, direttore tecnico Tubosider Spa
  • Pasquini Emiliano, Dipartimento ICEA, Università di Padova
  • Pecchioli Matteo, Studio Associato A.F.M. Progetti partner
  • Pezzulla Golia, docente di “Comunicazione” Università Popolare di Milano
  • Riverditi Maurizio, docente di “Procedura penale” Università degli Studi di Torino

Forum dell'ingegneria forense

Mercoledì 14 settembre ore 15:00
Palazzo dei Trecento – Treviso

Lo stato delle scienze forensi: incontro tra rappresentanti degli ordini professionali di livello nazionale

Intervengono: 

Fabbro Antonello, Presidente del Tribunale di Treviso
Secchieri Carla, Consiglio Nazionale Forense